lunedì 25 gennaio 2010
Sostenitori del L iceo nella giunta di Piove
PIOVE DI SACCO. «Dispiace constatare che nelle riunioni di giunta e in consiglio comunale il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali di maggioranza si siano dimostrati concordi a interrompere le attività del centro aggregativo «L’iceo» e che contemporaneamente alcuni di loro, fuori dalle sedi istituzionali, ci avvicinino per manifestarci la loro solidarietà. Non solo, ci incitano a continuare la nostra “civile e democratica protesta” perché, dicono, abbiamo ragione». A parlare è Elisabetta Tamiazzo dell’associazione Le Formiche responsabile, fino a prima della chiusura, del centro «L’iceo». «Sabato scorso - racconta la Tamiazzo - dopo che eravamo stati a protocollare al Polisportello le richieste di un incontro pubblico con il sindaco Sandro Marcolin con giovani, genitori e cittadini che non condividono la scelta dell’amministrazione comunale, ho incontrato il vicesindaco Andrea Recaldin. Mi ha stupito, ma soprattutto mi ha fatto piacere, sentirgli dire che dobbiamo insistere perché quello che stiamo facendo è giusto. Lui stesso ha detto che si è reso conto che il “L’iceo” non è un centro sociale, perché lui in un centro sociale ci è stato e non ha nulla a che vedere con il centro aggregativo della nostra città. Ci ha incoraggiati sostenendo che lo stesso sindaco sta ripensando la decisione di chiuderlo. Anche alcuni consiglieri di maggioranza ci hanno avvicinato per dire le stesse cose». «Ma allora perché hanno approvato una delibera che ha sancito la chiusura del nostro spazio? Perché - chiede ancora la responsabile - nonostante i due sit-in in municipio che abbiamo fatto, non hanno voluto nemmeno discutere le interrogazioni e le mozioni sul centro aggregativo? Di fronte a tanta confusione dettata da posizioni così contraddittorie, a noi pare quanto mai urgente e necessario un incontro. E lo stiamo chiedendo da settimane al sindaco. Ci aveva rassicurato che ci saremo visti all’inizio di gennaio, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcun invito». Per i responsabili del centro i problemi sono tutti superabili: «Il fatto che il palazzo di via Garibaldi che ci ospitava debba essere restaurato per noi non è un problema. Basta parlarsi, confrontarsi, cercare insieme soluzioni alternative, individuare un’altra sede. In cinque anni il centro aggregativo ha collaborato con tante associazioni, con gli istituti superiori, l’università, le parrocchie, rappresentando un punto di ritrovo per decine di ragazzi che sono stati seguiti da educatori. E questo il sindaco lo sa e lo sanno gli assessori e i consiglieri comunali». Elena Livieri
il mattino di Padova — 24 gennaio 2010 pagina 32 sezione: PROVINCIA
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